progetto familiari

ARETE – PROGETTO FAMILIARI

Il progetto familiari non agisce direttamente sul paziente, ma riconosce nel familiare un “alleato potente” per combattere i disturbi di depressione ed ansia, cercando di creare un ambiente in cui potersi sfogare, recuperare almeno in parte le proprie energie e riprendere così il difficile compito quotidiano di assistenza al malato.

“Le attività si svolgono con la supervisione di uno psicologo che a cadenza mensile interviene nel gruppo, cercando di rispondere a quei quesiti più complessi che possono nascere all’interno dei gruppi d’ascolto e che non riescono in essi a sciogliersi. Ogni familiare ha la certezza di potersi confrontare, oltre che con gli altri familiari esperti, anche, in forma totalmente gratuita, con un professionista che segue lo sviluppo del gruppo e delle singole esperienze.”

“Chi partecipa al Progetto Familiari si impegna a compiere un cammino di evoluzione del proprio rapporto con il caro malato e con la malattia in generale, anche quando tutto sembra tentato, già visto e sperimentato. Arete è un sostegno in questo cammino perchè, tramite il gruppo aiuta a ritrovare idee, a condividere punti di vista diversi ed approcci diversi a questa difficoltà, tutti volti a rinnovare le proprie motivazioni verso la cura (psichiatrica e psicoterapica). Arete non si sostituisce quindi ad esse, ma crea un ambiente d’accoglienza ed ascolto in cui ogni familiare può decidere di smettere di affrontare il suo difficile ruolo da solo/a”

“Il progetto familiari, oltre lo spazio di ascolto settimanale, propone momenti di informazione sulle possibilità di accoglienza sociale e su possibili percorsi terapeutici. L’associazione, volontari e professionisti, insieme ad ogni singola famiglia che la frequenta, creano una rete di informazioni pratiche volta a consentire anche a chi inizia ad affrontare la malattia del proprio caro, di farlo in modo consapevole godendo dell’esperienza già vissuta da altri. Questo permetterà loro di ri-conoscere alcuni rischi comuni così da potersi rassicurare su alcune opportunità possibili prima che questo disagio diventi “cronico”. Il tutto parte dal concetto di base che ogni condivisione avviene solo sotto richiesta e nella più totale libertà di pensiero ed azione. Arete non fornisce diagnosi, non esprime giudizi sulle terapie in corso ma consente di affrontare la depressione del proprio caro in gruppo, dove non solo è possibile raccogliere informazioni pratiche ma soprattutto è possibile trovare ascolto e condivisione.”

Inoltre: per i familiari che tendono a fare del proprio ruolo un’esperienza totalizzante, Arete realizza delle attività ricreative e di conforto, volte a riscoprire la loro identità disgiunta da quella del malato, nel tentativo di liberarne l’esistenza da una “partecipazione al dolore” imperante ed assoluta che può rivelarsi un pericolo per il loro benessere.